«Ispirata dall’evento del Natale, come si comporta la poesia? Si ferma solo alle apparenze? Coglie gli aspetti più suggestivi? Approfondisce il messaggio religioso? Lo illustra come meglio le riesce di fare? Promuove la nostra riflessione? Ci commuove? Ci fa migliori? Diremmo che la poesia, quando è davvero poesia, ottiene tutto questo d’un sol colpo»: così scrive un grande poeta come Luciano Erba, presentando l’antologia più celebre sul Natale in poesia. Da Efrem Siro e Ambrogio a Iacopone da Todi e Lope de Vega, da Manzoni e Heine a Pascoli e Claudel, da Gozzano a Eliot, da Montale a Turoldo per arrivare anche a Rodari e a Luzi: quasi cento tra i maggiori poeti dal iv al xx secolo in una scelta impreziosita da illustrazioni d’arte. Con un’appendice di testi di poeti d’oggi. Si tratta di Natale in poesia. Antologia dal IV al XX secolo, nuova edizione con appendice, a cura di Luciano Erba e Roberto Cicala, con illustrazioni d’arte, Interlinea, nella celebre collana “Nativitas”. Ecco qualche testo italiano celebre.
GUIDO GOZZANO
La pecorina di gesso,
sulla collina in cartone,
chiede umilmente permesso
ai Magi in adorazione.
Splende come acquamarina
il lago, freddo e un po’ tetro,
chiuso fra la borraccina,
verde illusione di vetro.
Lungi nel tempo, e vicino,
nel sogno (pianto e mistero)
c’è accanto a Gesù Bambino,
un bue giallo, un ciuco nero.
GIUSEPPE UNGARETTI
Natale
Napoli il 26 dicembre 1916
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
EUGENIO MONTALE
Di un Natale metropolitano
Londra
Un vischio, fin dall’infanzia sospeso grappolo
di fede e di pruina sul tuo lavandino
e sullo specchio ovale ch’ora adombrano
i tuoi ricci bergère fra santini e ritratti
di ragazzi infilati un po’ alla svelta
nella cornice, una caraffa vuota,
bicchierini di cenere e di bucce,
le luci di Mayfair, poi a un crocicchio
le anime, le bottiglie che non seppero aprirsi,
non più guerra né pace, il tardo frullo
di un piccione incapace di seguirti
sui gradini automatici che ti slittano in
ALFONSO GATTO
Natale al caffè Florian
La nebbia rosa
e l’aria dei freddi vapori
arrugginiti con la sera,
il fischio del battello che sparve
nel largo delle campane.
Un triste davanzale,
Venezia che abbruna le rose
sul grande canale.
Cadute le stelle, cadute le rose
nel vento che porta il Natale.
DAVID MARIA TUROLDO
Natale
Ma quando facevo il pastore
allora ero certo del tuo Natale.
I campi bianchi di brina,
i campi rotti al gracidio dei corvi
nel mio Friuli sotto la montagna
erano il giusto spazio alla calata
delle genti favolose.
I tronchi degli alberi parevano
creature piene di ferite;
mia madre era parente
della Vergine,
tutta in faccende
finalmente serena.
Io portavo le pecore fino al sagrato
e sapevo d’essere uomo vero
del tuo regale presepio.
GIANNI RODARI
Il pellerossa nel presepe
Il pellerossa con le piume in testa
e con l’ascia di guerra in pugno stretta,
com’è finito tra le statuine
del presepe, pastori e pecorine,
e l’asinello, e i maghi sul cammello,
e le stelle ben disposte,
e la vecchina delle caldarroste?
Non è il tuo posto, via! Toro Seduto:
torna presto di dove sei venuto.
Ma l’indiano non sente. O fa l’indiano.
Se lo lasciamo, dite, fa lo stesso?
O darà noia agli angeli di gesso?
Forse è venuto fin qua,
ha fatto tanto viaggio,
perché ha sentito il messaggio:
pace agli uomini di buona volontà.
MAURIZIO CUCCHI
Nascere, natale, il nascere
supremo. Il nostro
nascere, il nascere totale,
il nascere del figlio
eletto, l’evento senza uguali
l’esserci di colui, di ognuno,
che vorrà vedere il mondo,
mettere in salvo il mondo
e che è nostra immagine
nel nostro cuore
da Natale in poesia (Interlinea): https://www.interlinea.com/scheda-libro/autori-vari/natale-in-poesia-9788868572952-434807.html