DANTE ALIGHIERI

MOLTO PIÙ CHE POETA L’AUTORE DELLA “DIVINA COMMEDIA” E PADRE DELLA LETTERATURA ITALIANA

VITA E OPERE

  • SBN
  • MAI (Meta Opac Azalai)
  • Biblioteca Naz. Firenze
  • Cataloghi italiani (Opac)

RECENSIONI

  • SBN
  • MAI (Meta Opac Azalai)
  • Biblioteca Naz. Firenze
  • Cataloghi italiani (Opac)

INTERVISTE

  • SBN
  • MAI (Meta Opac Azalai)
  • Biblioteca Naz. Firenze
  • Cataloghi italiani (Opac)

TESTI ONLINE

  • SBN
  • MAI (Meta Opac Azalai)
  • Biblioteca Naz. Firenze
  • Cataloghi italiani (Opac)

ENTI

  • SBN
  • MAI (Meta Opac Azalai)
  • Biblioteca Naz. Firenze
  • Cataloghi italiani (Opac)

 

“Canzone, io so che tu girai parlando
A donne assai, quand’io t’avrò avanzata.
(Vita Nuova,cap. 19, par. 13, vv. 57-58)

E se non vuoli andar sì come vana,
non restare ove gente sia villana:
ingegnati, se puoi, d’esser palese
solo con donne o con omo cortese,
che ti merranno là per via tostana”.
(Vita Nuovacap. 19, par. 14, vv. 63-67)

Dante Alighieri, nato a Firenze nel 1265, è da sempre e da tutti ricordato come il “sommo poeta”, qualifica che, a buon diritto, gli è stata attribuita grazie principalmente al suo grande capolavoro, la “Comedìa” (poi ribattezzata dal Boccaccio “Divina Commedia”), ma anche alle sue altre non meno importanti opere letterarie. Oltr all’attività di scrittore, non sono però da dimenticare almeno altre due sue grandi attività: quella politica e quella linguistica. Due i testi emblematici che testimoniano al meglio il pensiero di Dante su questi due temi: il “De monarchia” (scritto tra il 1313 e il 1318) e il “De vulgari eloquentia” (composto nel biennio 1303-1304). L’attività politica di Dante è da sempre nota a tutti, meno conosciuta è tuttavia la sua teoria sul modello ideale di istituzione politica (che non è mai stata veramente presa in considerazione anche perché quando venne scritto il De Monarchia, la fazione politica dei guelfi, a cui Dante apparteneva, era stata da poco sconfitta, per cui il trattato risultava inapplicabile in una società ormai governata dall’ideologia opposta). Il motivo, invece, dell’iniziale “dimenticanza” del grande contributo che l’Alighieri aveva dato alla “questione della lingua” è causato dall’incredibile successo che da subito ha avuto la Divina Commedia, tale da oscurare alcune tra le altre opere (come appunto il “De vulgari eloquentia”) che vennero così “riposte nel dimenticatoio”. Fu solo nel ‘500 che, grazie al Trissino (che portò come modello di lingua nazionale la teoria che Dante aveva elaborato nella sua opera), si rincominciò ad apprezzare il lavoro linguistico dantesco. Da allora (grazie anche alla prima edizione per opera di Jacopo Corbinelli sempre nel XVI secolo) si poté avere un’immagine del poeta “a tutto tondo”.

– Cercare informazioni su Dante in internet comporta una certa difficoltà ci si trova davanti una quantità talmente vasta di informazioni che, se da una parte si è sicuri di riuscire a trovare ciò che si sta cercando, dall’altra parte è arduo riuscire a discernere, in mezzo ad una miriade di informazioni su ogni sfaccettatura del poeta, notizie che siano veritiere e storiche e  che non siano opinabili pareri elaborati da un qualsiasi studioso che ha operato una personale rilettura del “padre della letteratura italiana”.In rete si possono trovare biografie di ogni genere, che evidenziano di volta in volta aspetti diversi della sua vita. Sono facilmente rintracciabili tutti i testi spesse volte corredati da analisi ed approfondimenti.

 

 

 

CONTATTI

+39 0321 1992282
Letteratura.it c/o CNSL, via Porta 24, 28100 Novara
In attività dal 1995 su progetto di Roberto Cicala.
A cura del Centro Novarese di Studi Letterari.
In collaborazione con Laboratorio di editoria dell’Università Cattolica di Milano e Master in editoria dell’Università di Pavia.

13 + 4 =

Letteratura.it