LUDOVICO ARIOSTO
IL GRANDE AUTORE DELL’ORLANDO FURIOSO
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ARIOSTO E IL TEATRO
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“Degli uomini son varii li appetiti:
a chi piace la chierca ,a chi la spada,
a chi la patria,a chi li strani liti.
Chi vuole andare a torno,a torno vada:
vegga Inghelterra, Ongheria, Francia e Spagna;
a me piace abitar la mia contrada.”
(SATIRE, 1, vv. 52-57)
Perché parlare al giorno d’oggi di uno scrittore lontano da noi cronologicamente quasi cinquecento anni? Perché dedicargli tanta attenzione su Internet che rappresenta invece il simbolo stesso della modernità?
I motivi sono tanti, ma in primo luogo Ludovico Ariosto rappresenta una delle figure di maggior spicco della letteratura italiana di tutti i tempi e il suo pensiero presenta dei tratti di modernità difficilmente riscontrabili in un altro scrittore della sua epoca. Inoltre è uno degli autori italiani più studiati all’estero, insieme ovviamente a Dante, Petrarca e Boccaccio. A testimonianza di questo basterebbe enumerare la quantità enorme di siti stranieri a lui dedicati.
Ariosto rappresenta la tipica figura di intellettuale cortigiano del Rinascimento, come Castiglione, Bembo e molti altri letterati dell’epoca. La personalità di Ariosto è però complessa ed inoltre nutre nei confronti dell’ambiente in cui vive e lavora sentimenti di malcelato rifiuto e scaglia contro di esso una sottile polemica.
Ariosto trae gli elementi essenziali delle sue opere dalla quotidianità e leggendo le sue opere ci si può facilmente accorgere di come non cerchi scampo dalla vita di tutti i giorni rifugiandosi in un universo di letteratura immaginaria e fantastica, ma di come egli continuamente rielabori le sue esperienze personali. Nelle Satire, per esempio, analizza la vita di corte e nel contempo la sua posizione, rivendicando la propria libertà di intellettuale e mettendosi a nudo nel proprio intimo. Ampi stralci di tali opere sono dedicati infatti ad Alessandra Benucci, sua compagna di vita. La realtà quotidiana fornisce ad Ariosto il substrato fondante anche del suo capolavoro, l’Orlando Furioso, la cui materia fondamentale non è costituita dalla rappresentazione di certe istituzioni cavalleresche, come per lungo tempo si è creduto, ma dalla concezione moderna che il poeta ha nei confronti dell’uomo e della vita. Analizzato sotto questo punto di vista, il poema cavalleresco si trasforma in una sorta di grande romanzo moderno, che analizza sentimenti quali devozione, fedeltà, tradimento e inganno. La presenza di questi elementi dona all’opera un tono di realismo evidente in quella che è considerata la più grande opera fantastica della letteratura italiana.
Leggete per credere… forse Ariosto è più vicino a noi di quello che avremmo mai potuto immaginare.
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